Un termovalorizzatore è un inceneritore (apparato che smaltisce i rifiuti incenerendoli ad alta temperatura)che recupera il calore prodotto generando vapore per produzione di energia elettrica e teleriscaldamento. I termovalorizzatori nel mondo sono al centro di un acceso e talvolta aspro dibattito tra le diverse componenti della società civile. Per alcuni il termine stesso di termovalorizzatore è non solo improprio ma anche del tutto errato. Per costoro, infatti, l'unica maniera per valorizzare i rifiuti è di riciclarli e con un'opportuna filiera di riutilizzarne tutte le loro componenti. Pertanto anche il recupero energetico che questi impianti consentono non è sufficiente a distinguerli dai comuni inceneritori ed il loro utilizzo costituisce soltanto una maniera un po più pulita dall'uso delle discariche indifferenziate per affrontare la problematica del ciclo dei rifiuti. Poiché questi hanno una composizione fortemente disomogenea prima di essere inceneriti necessitano di un trattamento preliminare. Trattamento che elimina: i rifiuti tossici, le sostanze che non sono combustibili(vetro, metalli, inerti), i composti di origine organica (utilizzati per produrre biogas o dopo compostaggio come concime per l'agricoltura). Il prodotto che alla fine si ottiene viene comunemente chiamato CDR. In Europa il numero dei termovalorizzatori supera i 350 e molti impianti sono posizionati anche all'interno di grossi agglomerati urbani come accade nelle città di Vienna, Copenaghen e Parigi. In alcuni paesi che pur posseggono termovalorizzatori tra i più grandi d'Europa è stata condotta negli anni una massiccia campagna nei confronti dei cittadini per il riciclaggio dei rifiuti tant'è che la loro produzione è divenuta inferiore alle capacità di incenerimento degli impianti. In Italia i termovalorizzatori sono pochi e l'incenerimento non è il modo più usato per il trattamento dei rifiuti anche se le percentuali sono contenute negli standard europei ed Il termovalorizzatore di Brescia con le sue 750.000 tonnellate l'anno è tra i più grandi d'Europa. L ' impianto, in questione, è universalmente considerato dalla comunità tecnico scientifica un gioiello di tecnologia ed efficienza ed infatti fornisce da solo un terzo del calore necessario al riscaldamento dell'intera città. A rendere più complesso dibattito sui termovalorizzatori si è aggiunta la circolare del Comitato Interministeriale dei prezzi nota col nome CIP 6. Circolare che concede alle Società che gestiscono gli impianti la possibilità di vendere per 8 anni al GSE l'energia elettrica prodotta a prezzi che sono circa il triplo di quelli di mercato asseverando il CDR ad una fonte di energia rinnovabile. Questa circolare ha procurato all'Italia una procedura di infrazione da parte della Comunità Europea. La quale ha ritenuto che i rifiuti possono essere adeguati a combustibili rinnovabili solo per la loro frazione organica e non per quella inorganica e che pertanto la CIP 6 andrebbe ritirata. In tal modo si consentirebbe un riciclaggio dei rifiuti ed una più corretta strategia del loro trattamento. Opinione condivisa da una fetta consistente della popolazione italiana. Su tali diatribe si innestano anche le legittime preoccupazioni delle popolazioni che vivono a ridosso dei termovalorizzatori preoccupate da possibili incrementi di patologie tumorali indotte da diossine o rifiuti tossici presenti nei fumi. Preoccupazioni che trovano facile terreno per i fiumi di cifre contrastanti di sedicenti esperti, la mancanza di serie indagini epidemiologiche e da qualche scandalo acclarato che ha coinvolto per illecite emissioni l'inceneritore di Terni, quello di Colleferro e quello di Brindisi. Sicuramente l'abolizione del CIP 6 renderebbe il costo dell'incenerimento dei rifiuti abbastanza caro tanto da rendere conveniente il riciclaggio ed addirittura il conferimento in discarica. Approfondimenti su: Termovalorizzatore in energia Ambiente.