Un sistema di riscaldamento può dirsi ecologico, a stretto rigore, se non immette inquinanti in atmosfera e possibilmente sfrutta fonti di energia rinnovabili. Per tali motivi come suo essenziale requisito non dovrebbe utilizzare combustibili fossili. Chiariamo maggiormente quanto asserito. Un sistema di riscaldamento concettualmente è un apparato alquanto semplice costituito da una sorgente di calore e da un fluido termovettore che ci consente di "distribuire" questo nei vari ambienti che vogliamo riscaldare. Questo semplice concetto naturalmente può essere poi realizzato praticamente in molteplici maniere. Attualmente l'impianto tipo più comune è costituito da una caldaia alimentata a metano che scambia calore con acqua che circolando in un impianto a termosifoni riscalda. Un tale impianto, di vecchia concezione, studiato in epoca in cui l'efficienza energetica non costituiva un parametro essenziale, presenta ovviamente molte pecche che proviamo ad analizzare nel prosieguo dell'articolo. Partiamo dal combustibile della caldaia: il metano è un prodotto fossile e pertanto non è una fonte di energia rinnovabile. Il suo impiego ne compromette le riserve che non sono rinnovabili (si sono formate i tempi valutabili in milioni di anni). Inoltre la sua combustione genera l'anidride carbonica che è un gas serra responsabile delle variazioni climatiche del pianeta. Una possibile alternativa potrebbe essere costituita da una caldaia alimentata da biomasse o biogas o biocombustibili. Questi provenendo da prodotti vegetali generalmente di tipo ligneo cellulosica o anche da frazione organica dei rifiuti solidi urbani costituiscono una fonte energetica rinnovabile (in tempi valutabili in anni) ed inoltre hanno un bilancio nullo rispetto alle emissioni di CO2 (rendono quanto hanno sottratto). Anche i termosifoni costituiscono un sistema poco efficiente. Funzionano ad una temperatura (70/80°C)che richiede un eccessivo consumo di combustibile. Inoltre funzionando a scambio termico convettivo ed avendo una superficie radiante estremamente ridotta hanno un bassissimo rendimento. Una possibile e vantaggiosa alternativa potrebbe essere costituita da serpentine di tubi interrate nel pavimento o nelle pareti si aumenterebbe la superficie radiante e si potrebbe abbassare la temperatura di esercizio della caldaia aumentando notevolmente l'efficienza del sistema. Ovviamente l'aumento di efficienza energetica dell'impianto si trasformerebbe in un consistente risparmio energetico e quindi anche nel caso di utilizzo di caldaia a metano il risparmio energetico realizzato si tradurrebbe in minor combustibile consumato e quindi minor gas serra: una vera fonte di energia rinnovabile. L'alternativa ideale potrebbe realizzarsi alimentando l'impianto con pannelli solari termici sottovuoto e sovradimensionandone leggermente la superficie captante in tal modo l'acqua calda sarebbe prodotta dall'energia solare e si realizzerebbe l'impianto perfetto. Una buona alternativa potrebbe essere quella di ottenere l'acqua calda con un sistema a pompa di calore (trasferisce il calore dall'ambiente esterno a temperatura più bassa nell'ambiente da riscaldare a temperatura più alta con cessione di lavoro). La pompa di calore sarebbe alimentata elettricamente. Energia elettrica che si potrebbe ricavare da un impianto di pannelli fotovoltaici. Approfondimenti su: riscaldamento ecologico in energia Riscaldamento.