I termocamini uniscono la magica atmosfera del focolare classico ad un rendimento energetico talmente elevato da poter efficacemente sostituire la tradizionale caldaia a gas nel riscaldamento e produzione di acqua sanitaria di un appartamento di notevole cubatura(300mq).Il tutto ovviamente accompagnato ad un buon risparmio economico ed ad un contenuto impatto ambientale. Paragonati ai camini tradizionali che hanno rendimenti di combustione inferiore al 50% essi garantiscono efficienze ben superiore al 70%. Incremento che si traduce in una drastica diminuzione del consumo di combustibile ed in una ridotta emissione nell’ambiente di sottoprodotti di combustione. Essi sono costituiti da un monoblocco con spesse pareti di acciaio o ghisa che, come un camino classico, presentano un’apertura frontale chiusa, però, da un’antina scorrevole di vetro ceramica resistente alle alte temperature. Sul basamento del monoblocco vi sono bocchette per l’ingresso forzato del comburente( aria) che può essere prelevata direttamente nell’ambiente esterno. Il combustibile è generalmente legna ma può essere misto:pellet(segatura compressa), bucce di nocciole o mandorle, scarti di sansa, lolla di riso etc. Generalmente i termocamini sono dotati di un serbatoio di alimentazione automatico in grado di dosare detti combustibili alternativi. Serbatoi che alla base hanno una coclea che mossa da un motore passo passo alimenta di combustibile il focolare. L’alimentazione nei modelli più evoluti è controllata da una centralina elettronica che determina automaticamente la quantità di prodotto da trasferire al camino in base alla temperatura che si imposta su di essa e che si vuole ottenere negli ambienti da riscaldare. I termocamini si suddividono in due distinte categorie: ad aria ed ad acqua. La differenza fra le due è costituita dal fluido termoconvettore: aria in un caso, acqua nell’altro. Ovviamente quelli ad acqua sono più convenienti perché unitamente al riscaldamento assicurano produzione di acqua calda sanitaria. Il monoblocco del focolare reca delle intercapedini che sono percorse dal fluido termoconvettore. Egualmente lo stesso fluido attraversa un fascio di tubi che costituiscono un percorso obbligato dei fumi di scarico prima di raggiungere la canna fumaria. In questa maniera si ottiene il massimo possibile di scambio termico e la maggior parte del calore prodotto và a riscaldare il fluido termoconvettore. Questo viene poi immesso nel circuito dei termosifoni o nel caso di aria in appositi canali che raggiungono tutte le stanze dell’appartamento. Un circuito a parte serve l’acqua sanitaria. Spesso questi impianti sono integrati con pannelli solari termici che assicurano l’acqua sanitaria quando il termo camino è spento. Approfondimenti su: Termocamini in energia Riscaldamento.