Pozzi petroliferi

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"Pozzi petroliferi"

Pozzi petroliferi


I primi pozzi petroliferi furono installati da Drake nella località di Titusville in Pennsylvania. Dopo molti fallimenti la trivellazione diede i suoi frutti ed il petrolio salì in superficie. Era il 27 agosto 1859. Il petrolio dal greco olio di pietra è un liquido denso con un odore caratteristico ed un colore che va dal giallo bruno al nero passando per il verde. Esso è composto da una miscela di idrocarburi per lo più alcani ma la composizione dipende fortemente dal luogo di estrazione. Gli idrocarburi sono composti chimici di carbonio ed idrogeno. Al variare del numero di atomi di carbonio varia lo stato dell’idrocarburo stesso (fino a 4 atomi è gassoso da 5 a 16 atomi di C è liquido oltre i 17 è solido). Poiché il carbonio ha molteplici possibilità di legarsi ad altri atomi di carbonio ed idrogeno formando catene che possono essere aperte sia lineari che ramificate, chiuse ad anelli o miste, possiamo avere migliaia di idrocarburi con diversa struttura ma stessa formula chimica. Tra questi vi sono gli alcani (che sono i costituenti del petrolio) che hanno legami chimici semplici tra gli atomi. I luoghi dove maggiormente si formano giacimenti sono antichi mari e laghi sui cui fondali non vi è circolazione. Il materiale organico si è accumulato sul fondo e negli anni è stato ricoperto da detriti e rocce. Questi strati fangosi ricchi di sostanze organiche (roccia madre) sono poi sprofondati sotto il peso dei sedimenti e a determinate pressioni e temperature col trascorrere dei secoli si sono trasformati in una sostanza cerosa detta Kerogene o Pirobitume (a profondità di 1000 metri e temperature dell’ordine dei 50° e con tempi che variano da 10 ai100 milioni di anni). Sempre per effetto di temperatura e pressione il Kerogene si è decomposto e ha liberato idrocarburi. Gli idrocarburi avendo una bassa densità hanno migrato verso l’alto attraverso le rocce porose che costituiscono il” resevoir” del giacimento. Se gli idrocarburi nella loro risalita verso la superficie terrestre hanno incontrano uno strato di rocce impermeabili come possono essere argille si è formata una sacca di accumulo ed è nato un giacimento petrolifero. Per estrarre il petrolio dai giacimenti si scavano dei pozzi che perforano la roccia mediante trivelle. Sopra i giacimenti si installano i pozzi petroliferi, cioè delle torri che servono per eseguire le perforazioni e far risalire il petrolio in superficie. Spesso, spinto dalla pressione il petrolio sale da solo, ma spesso deve però essere pompato dall’esterno. Se il giacimento è situato in mare occorre costruire delle piattaforme su cui installare gli impianti di trivellazione. Tali piattaforme possono essere galleggianti, ma anche costruite su piloni situati nei fondali e devono essere oltremodo resistenti per arginare la forza delle onde e del vento. Attraverso le pompe non si riesce ad estrarre tutto il petrolio di un giacimento, allora alle pompe di estrazione vengono abbinate pompe di iniezione che immettono nel giacimento acqua salata, o anche gas uniti a solventi e fluidificanti, per aumentare la pressione nel giacimento, riuscendo in tal modo ad estrarre circa il 60% del petrolio presente. Le riserve petrolifere non sono ovviamente uniformemente distribuite nel mondo. In Medio Oriente è concentrato circa il 66% dei giacimenti di petrolio. In America del Sud il 10% ed in Europa ed Africa il 7 ed 8 % Approfondimenti su: Pozzi petroliferi in petrolio o in energia Carburanti.

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