Lampade alogene

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"Lampade alogene"

Lampade alogene


Inventate nel 1958 dalla General Electric Lithning le lampade alogene appartengono alla categoria delle lampade ad incandescenza (funzionano sfruttando lo stesso principio fisico:l’effetto Joule) ma si differenziano da queste per alcune interessanti particolarità che in qualche maniera hanno finito per rivoluzionare l’illuminotecnica. Le lampade ad incandescenza sono state il primo apparato che ha permesso di trasformare la corrente elettrica in luce. Questa viene prodotta dal passaggio di corrente attraverso un filamento sottile di elevata resistività (tungsteno) che per effetto Joule di riscalda ed emette calore e luce. Per evitare che il filamento incandescente bruci a contatto con l’aria viene incapsulato in un globo di vetro riempito di gas inerti (Xenon o Argon) a bassa pressione. Nonostante i molteplici vantaggi tra i quali economicità e semplicità di impiego (non richiedono complessi controlli elettronici per l’accensione) le lampade ad incandescenza hanno dei precisi limiti. Bassissimo rendimento (solo il 5% dell’energia impiegata è trasformata in luce il restante 95%è dissipato in calore). Vita media decisamente breve ( inferiore alle 1000 ore). La lampada alogena che nasce per ovviare tali problemi è stata realizzata aggiungendo ai gas inerti contenuti normalmente nelle lampade ad incandescenza degli alogeni come lo Iodio. Si riesce così ad innalzare la temperatura del filamento portandola ad oltre 3000° Kelvin. In tale maniera l’efficienza luminosa (intesa come rapporto tra quantità di luce emessa e potenza impiegata) aumenta riuscendo a raggiungere valori di 20 lumen/W contro i 13/14 lumen/W delle normali lampadine. Inoltre lo iodio all’interno del bulbo venendo a contatto col filamento incandescente innesca una particolare reazione detta “ciclo alogeno” che allunga notevolmente la vita media della lampada. Nelle lampade ad incandescenza per effetto del riscaldamento del filamento il tungsteno evapora e quest’ultimo progressivamente si assottiglia fino a spezzarsi decretando così la morte della lampada . Nelle alogene gli atomi di tungsteno che evaporano si combinano con lo iodio formando ioduro di tungsteno in forma gassosa. Questo per effetto dell’elevata temperatura si scinde nuovamente in iodio e tungsteno che si rideposita sul filamento innescando il ciclo accennato. Poiché il bulbo di vetro non resiste alle temperature necessarie per innescare il ciclo alogeno si usa normalmente il quarzo. Ma questo genera altri problemi. Esso infatti non blocca i raggi UV prodotti dalle alogene e questi sono dannosi per gli occhi e la pelle. Si interpone allora davanti alla lampada un filtro anti UV costituito da una sottile lamina di comune vetro. Se si vuole ridurre il flusso dei raggi infrarossi (calore) verso gli oggetti prospicienti la lampada che potrebbero danneggiarsi la si dota di una particolare parabola riflettente che blocca dette radiazioni mentre fa passare quelle visibili realizzando in tal maniera quelle che comunemente sono chiamate alogene dicroiche. Approfondimenti su: Lampade alogene in lampade o in energia Casa.

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