Gli impianti di cogenerazione sono nati dalla constatazione che un impianto tradizionale per la produzione di energia elettrica che utilizza un combustibile fossile (petrolio o gas naturale) ha nelle migliori condizioni un rendimento che difficilmente supera il 40% mentre il restante 60% del calore prodotto dalla combustione viene disperso inutilmente nell’ambiente. Da qui l’idea di utilizzare questo calore che altrimenti andrebbe perso per teleriscaldamento o per produzione di acqua calda sanitaria. Quindi un impianto di cogenerazione è un apparato in grado di produrre in maniera combinata energia elettrica e calore che però non viene scambiato con l’ambiente circostante per andare perso ma viene utilizzato in altre applicazioni. In tal modo il rendimento complessivo dell’impianto può raggiungere valori che sfiorano il 90%. I vantaggi di siffatti impianti sono lampanti: diminuzioni dei costi di esercizio e impatto ambientale ridotto con minore quantità di biossido di carbonio immesso nell’atmosfera. L’esempio più comune di un impianto di cogestione è costituito da un motore a combustione interna (come un normale motore di automobile) collegato ad un gruppo elettrogeno per generare energia elettrica. I motori di automobile durante il loro funzionamento oltre a lavoro meccanico generano calore che deve essere necessariamente smaltito per evitare il grippaggio del motore stesso. Nelle automobili tale compito è svolto dal radiatore che sottrae calore ai cilindri del motore e lo cede all’ambiente circostante. Se detto calore (unitamente a quello dei gas di scarico) lo si utilizza per riscaldare dell’acqua da utilizzare per riscaldamento e come acqua sanitaria ecco che si è realizzato un piccolo impianto di cogenerazione. Un primo esempio in Italia di un siffatto apparato è stato realizzato da Fiat su progetto dell’ing.Palazzetti nel lontano 1973. Il Totem utilizzava un motore di una normale 127 da 900centimetri cubici alimentato a gas che azionava un alternatore da 15kW. Il calore prodotto dal motore unito a quello dei gas di scarico attraverso uno scambiatore riscaldava acqua utilizzata per caldaie di riscaldamento e per i bagni di alcuni appartamenti. Un impianto di cogenerazione industriale di potenza è costituito generalmente da una turbina a gas collegata ad un alternatore e da una caldaia di recupero alimentata dai fumi di scarico della turbina stessa. Insieme all’energia elettrica prodotta dall’alternatore, dalla caldaia si ottiene acqua calda ( per riscaldamento e scopi sanitari ) e del vapore saturo che viene utilizzato nell’ industria o convogliato in tubi coibentati ed interrati per teleriscaldamento. I piccoli impianti di cogenerazione solitamente utilizzano caldaie alimentati da combustibili solidi ecologici o biomasse. Negli ultimi anni sono nati un certo numero di impianti che utilizzano come fonte di energia rinnovabile il così detto CDR (Combustibile da rifiuto) ossia rifiuti solidi urbani opportunamente lavorati che vengono poi bruciati nei famigerati termo valorizzatori. Approfondimenti su: Impianti di cogenerazione in cogenerazione o in energia Rinnovabili.
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