Impianti biomasse

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"Impianti biomasse"

Impianti biomasse


Gli impianti a biomasse sono impianti per produrre energia elettrica utilizzando come combustibile le biomasse che sono composti di origine animale (farine , grassi, escrementi di avicoltura) o vegetale(scarti dell’agricoltura, cippato di legno, scarti di frantoio, foglie secche triturate,sottoprodotti di segheria). In Italia gli impianti a biomasse per la produzione di energia elettrica, segnatamente se di grosse dimensione, sono scarsamente utilizzati. Si stima che l’energia elettrica prodotta con tali apparati è nell’orine del 2% della produzione totale. Il vantaggio dell’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica sono così riassumibili: Le biomasse costituiscono contrariamente ai combustibili fossili una fonte di energia rinnovabile e come tale non soggetta ad esaurimento. Le biomasse sono più economiche dei combustibili fossili ed inoltre molte volte il loro utilizzo risolve anche un problema (si considerino i termovalorizzatori che producono energia elettrica ed acqua calda per teleriscaldamento bruciando il CDR ossia il combustibile da rifiuto che è annoverato tra le biomasse). Le biomasse se di origine vegetale immettono nell’ambiente esterno una quantità di CO2 pari a quella che piante ed alberi da cui provengono hanno assorbito per fotosintesi durante la crescita. Gli svantaggi per l’utilizzo delle biomasse sono invece: un basso potere calorifico se paragonato a quello dei combustibili fossili. Una disponibilità limitata a periodi ben stabiliti (il legno si raccoglie in inverno, molte colture di cui si utilizzano gli scarti sono stagionali). Bassa resa per ettaro (è stato stimato che per alimentare una grossa centrale termoelettrica occorrerebbe dedicare alla coltura delle biomasse il territorio di una media regione italiana. Inquinamento le biomasse bruciando liberano ossidi di azoto, ossidi di zolfo, metalli pesanti accumulati nella cellulosa nonché cloruri e diossine. Per questi motivi con intuitiva evidenza risulta che gli impianti a biomasse meglio si prestano ad alimentare apparati di piccole dimensioni ossia con potenze inferiori a 0,5MWt. Generalmente tali dispositivi non producono energia elettrica ma vengono impiegati per produrre acqua calda sia per uso sanitario che per riscaldamento. In questo tipo di impianto il cuore del sistema è costituito dalla caldaia a fiamma inversa. Ossia da una caldaia in cui la camera di combustione è sistemata sotto il piano in cui viene accatastato il combustibile (legna a ciocchi, lolla di riso, sansa esausta. Apposite ventole forzano l’aria comburente dividendola in due flussi. Un flusso diretto sulla griglia su cui è accatastato il combustibile consente l’inizio della combustione per effetto della quale si liberano gas derivati dalla pirolisi del combustibile. I gas attraverso la griglia scendono nella seconda camera dove vengono a contatto col secondo flusso di comburente e completano la combustione. Poiché la combustione avviene lentamente (man mano che il combustibile si avvicina alla griglia) risulta progressiva e controllabile. Tutto ciò fa si che la potenza erogata dalla caldaia sia stabile ed il rendimento elevato dell’ordine del 90%. L’impianto è completato da un accumulatore di calore, un boiler per l’acqua sanitaria ed un centralina di controllo. Approfondimenti su: Impianti biomasse in biomassa o in energia Rinnovabili.

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