l’Italia dovrà investire nell’eolico più di 20 miliardi di euro, per rispettare gli impegni sottoscritti col protocollo di Kioto, per la riduzione dei gas ad effetto serra. Attualmente in Italia l’energia prodotta con fonti rinnovabili è pari a circa il 7% del fabbisogno nazionale di cui gran parte deriva dalle centrali idroelettriche. Da tali dati risulta chiaro che l’Italia ha trascurato le energie pulite. L’energia eolica comincia ad essere utilizzata in Italia agli inizi degli anni novanta, e, dopo circa cinque sei anni, conta un discreto numero di impianti installati, in gran parte da enti pubblici e poche società private che hanno realizzato alcune di quelle denominate fattorie del vento. Praticamente assente in Italia sono gli impianti medio-piccoli per il fabbisogno energetico di utenti piccoli, sia privati cittadini che piccole imprese. In molti paesi europei i cittadini privati, aziende agricole, fabbriche riescono a produrre l’energia di cui abbisognano installando piccoli impianti eolici sulle loro proprietà e a volte producendo anche energia in esubero che rivendono ai gestori elettrici. Il motivo principale dello scarso sviluppo dell’eolico in Italia è senza dubbio l’ingombro degli aerogeneratori che, per essere il più possibile efficienti, devono avere grandi dimensioni e vanno collocati nelle zone paesaggistiche più interessanti, vale a dire nelle zone alpine e lungo le coste, dove è maggiore la forza del vento. Tuttavia nel 2007 e nel 2008 i risultati nel settore eolico in Italia sono stati buoni e sembrano destinati a crescere nel 2009. Nonostante le polemiche sorte in alcune regioni del sud l’eolico in Italia cresce ad un ritmo notevolmente maggiore del passato. Certo, l’Italia è molto distante dagli Spagnoli o dei Tedeschi, ma gli ultimi risultati incoraggiano a pensare di poter raggiungere gli obiettivi preposti considerato che il potenziale eolico italiano si aggira sui 16. 000 MW in tutto il territorio nazionale. Approfondimenti su: Eolico in Italia in eolico o in energia Eolica.