Contrariamente a quanto possiamo immaginare le auto a biodiesel hanno una storia antica. Il primo modello di motore Diesel costruito da Rudolf Diesel il 10 di agosto del 1893 ad Augusta in Germania era infatti alimentato da olio di arachidi e non da gasolio di distillazione del petrolio greggio. Il biodiesel è un “ biocarburante” ossia un carburante di provenienza biologica ottenuto trattando oli vegetali (colza, girasoli o altri semi) o grassi animali. Il processo chimico che è alla base della produzione del biodiesel è chiamato trans esterificazione (trasformazione di un estere in un altro) e si realizza facendo reagire gli acidi grassi degli oli con alcol metilico in presenza di un catalizzatore alcalino che ne accelera la reazione. Per effetto di questa si ottengono esteri metilici e l’eliminazione degli acidi grassi liberi. Il prodotto ottenuto ha caratteristiche molto simili se non superiori al gasolio ottenuto per distillazione frazionata del greggio e può egregiamente sostituirlo in tutte le sue applicazioni. Il numero di cetano (indicativo del comportamento del combustile in fase di accensione) è superiore è superiore a quello del gasolio ed inoltre non è esplosivo ha un “ flash point” di 160°C contro i 64°C del gasolio. E’ compatibile con tutti i motori diesel anche se ne è sconsigliato l’uso in quelli con anno di costruzione inferiore al 92. Potrebbe dare problemi per la tenuta dei tubi e raccordi in gomma che potrebbero col tempo sciogliersi. La combustione del biodiesel rispetto a quella del gasolio per distillazione ha un impatto ambientale molto più modesto: le emissioni di CO sono ridotte del 50%e quelle di CO2 del 78% ,non contiene idrocarburi aromatici né biossido di zolfo e le polveri sottili sono ridotte del 60/65%. Unico dato negativo sono le emissioni di ossidi di azoto che sono superiori rispetto al gasolio di petrolio (gli ossidi di azoto sono responsabili delle piogge acide), emissioni che potrebbero però essere abbattute con opportuni catalizzatori. Ad oggi in Italia, nonostante i suoi innegabili vantaggi, il biodiesel ha uno scarsissimo impiego e praticamente non esiste una catena per la sua distribuzione. Viene però utilizzato dalle società produttrici del gasolio di petrolio per aggiustare la viscosità di questo che a causa dell’eliminazione dei composti solforosi verrebbe ad essere troppo bassa e pertanto lo si miscela col biodiesel con una percentuale pari al 5%. Come già detto tutti i moderni motori diesel sono progettati per poter tranquillamente funzionare a biodiesel ma la sua diffusione in larga scala tarda a decollare perlomeno a livello di USA e Comunità Europea. Anche le opinioni se spingere o meno per avviare una sua massiccia produzione sono controverse. Gli oppositori a questa prospettiva temono che il massiccio incremento di colture necessarie alla produzione di biocarburanti finirebbe per affamare maggiormente le popolazioni povere dei paesi in via di sviluppo (come già avvenuto in alcuni paesi come il Brasile in cui i biocarburanti sono molto diffusi). La discussione sul biodiesel ha indotto alcuni gruppi,data la relativa semplicità a fabbricarlo, ad utilizzare carburanti fai da tè. A tale proposito va rilevato ovviamente che la cosa essendo illegale è perseguibile penalmente (l’evasione dell’accisa sui carburanti è punibile col carcere). Anche l’uso diretto come carburante nei motori diesel di oli vegetali come quello di colza è assolutamente sconsigliato. Il motore sicuramente marcia lo stesso ma i residui della combustione lasciano nelle camere gomme e morchia che, a lungo andare, rovinano definitivamente pompe ed iniettori. Approfondimenti su: Auto a biodiesel in biodiesel o in energia Carburanti.
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